Si ripete ancora una volta la tradizione del HONDA4FEST ed anche quest’anno saremo all’ edizione numero13, la K10.Non solo gli appassionati delle fantastiche Honda Cb Four ma anche gli amanti delle moto e del mondo del motore si riuniscono nei PRA di Cereglio (Bo) a partire dal Venerdi 29 fino a Domencia 31 di Maggio 2015. Un evento che oramai é tradizione ed é un Cult nella progamazzione motociclistica Italiana. Come giá gli anni anteriori, non potevamo mancare e oramai riunirsi con i nostri cugini italiani é una necessitá. Questa volta senza moto partiremo da Madrid, giusto per passare il week end, anche se come in altre edizioni qualcuno ci lascerá in uso una sua Four per fare un giro per una delle zone piú belle degli Appennini.Come sempre i dettagli nella web: www.honda4fun.com dove c’é l’intera programmazione del evento, il Merchandising e sopratutto come arrivare al Honda4Fest!!!!
11 marzo, 2015
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Moped Time in Marrakech
Il ronzio costante dei due tempi, lanciati a tutta velocitá per le strade del centro, é uno dei ricordi piu vivi della nostra esperienza marocchina.Un codice stradale inframmezzato da norme non scritte, é ció che permette di circolare nella Medina di Marrakech ad una serie infinita di piccoli ciclomotori, con alternanza di turisti, asinelli e carri di ogni sorta.Tutto sembra caotico, tutto rumoroso eppure allo stesso tempo é musica di sottofondo imprescidibile ad una quotidianitá vissuta per strada sia d’estate che d’inverno. Tutto il centro, dalle strade principali agli angoli piú remoti del Souk, é un andare continuo di gente che si sposta e trasporta di tutto in maniera frenetica, in una miscellanea di odori e colori che lascia a bocca aperta il turista di turno. Le capacitá artigianali dei marocchini, non solo si esaltano nelle stupende lavorazioni del cuoio o dei tessuti, trovando grandissima espressione inoltre, nella preparazione delle spezie e nella lavorazione dei metalli, ma bensí anche nel modo in cui modificano, sistemano e migliorano i propri ‘Mopeds’. Rivisitati in ogni parte, sono il giusto punto di incontro tra la necesitá di adattare fino all’estremo, un veicolo alle proprie necessitá, senza pero perdere la necpossibilitá di creare qualcosa di creativo ed artistico. Colori rivisitati, modificazioni meccaniche, vani di carico creati nei modi piú disparati, sono la routine che incontri per strada ogni volta che si esce di casa, in un succedersi di soluzioni tecnologiche basate sul senso comune e sull’arte di arrangiarsi davvero al di fuori del comune. Motobecane 881, Peugeot 103, MBK, Yamaha Yb 50, sono i nomi piu conosciuti ed i modelli piu ricercati, per avere poi un sottofondo di modelli piu o meno comuni e di meno alta culla, che senza invidiare nulla ai cugini piu blasonati, svolgono egregiamente il proprio dovere.A fare da cornice a questo mondo motorizzato, tutta una serie di piccole officine piú o meno attrezzate tanto per moto che per bici, dove la maggior parte del lavoro é eseguito nel mezzo della strada, senza che la confusione del traffico fosse d’intoppo, e dove si approfitta inoltre del tempo necessario ad una riparazone rapida , come punto di ritrovo e pausa per il classico wisky Berbero…il te:). A mio modesto modo di vedere le cose, anche questo é Café Racer, dove il punto principale infine si riduce della capacitá e buon senso di una Hackerizzazione in qualcusa di sicuramente piú estremo, ma anche piu confacente alle proprie esigenze.
23 gennaio, 2015
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Oil13 – Alla Presentazione della Nuova Ducati Scrambler a Madrid
Oil13 – Restaurando una Kawasaki Kz400 IX Parte
25 novembre, 2014
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Oil13 – Ingegneria Italiana e Boluderia Argentina in un giro tutto Spagnolo
C’erano una volta un Argentino, uno Spagnolo ed un Italiano…la storia di questa volta potrebbe incominciare esattamente cosí come le barzellete di una volta, ma in realtá il giro e le risate che ci siamo fatti sono tutte vere. Unica regola da soddisfare in questo percorso nel cuore della penisola spagnola, era realizzarlo totalemnte con “Stile Italiano”, e cosa piú di italiano seno di un paio di Vespe en un vecchio Fiat 500? Chiaramente si parla come sempre di veicoli Vintages, in questo modo l’ingegneria Italiana, tanto criticata dai 2/3 del gruppo, poteva uscirne rafforzata in termini sia di affidabilitá che di comfort. Il punto di partenza é stato Madrid, direzione le montagne dell’interland, in un percorso in cui la quota e le curve la facevano da protagonista, e dove le pinete ai lati della strada erano sfondo di un percorso il cui ritmo era marcato dalla cadenza dei due tempi di Corradino D’Ascanio. La vecchia Fia 500, come auto d’appoggio,sguiva a corta distanza le due ruote, alternando in maniera ritmica le due marce centrali ed inerpicandosi pian piano lungo le stradine dei differenti porti di montagna del percorso. Quando si va verso la “Sierra Madrileña” non si puó non fermarsi nel piccolo centro di Miraflores de la Sierra, e questo é stato per noi il punto di partenza, giusto antistante al percorso montano da percorrere. Un caffé ed una tortilla, presi nella piazzetta del paese, nulla di meglio per prender forza e incominciare quindi il cammino in direzione del Porto di Canencia a 1524 metri di altezza. Tutto il viaggio é stato percorso a velocitá di crociera, senza fretta, godendo in questo modo di tutti i dettagli del paesaggio, accompagnati dall’aria fresca di montagna e in un’alternanza continua di luci de ombre del paesaggio silvestre, in un movimento dinamico che mái diveniva ripetitivo. Di tanto in tanto, incrociavamo lungo il percorso qualche veicolo in senso contrario, e ció interrompeva in maniera inaspettata il viaggio onirico tra movimenti e colori che ognuno di noi aveva intrapreso in maniera solitaria. I chilometri per arrivare alla tappa seguente non sembrarono molti sebbene il ritmo di marcia non superasse i 60 km, ed in questo modo le ore passarono rapide fino ad arrivare al paesello di Rascafria, dove obligatoria era una pausa per poter pranzare qualcosa in un ristorantino di passo e poterci quindi immergere nelle “Storie pseudo -ssurde” del nostro Argentino.
Come in un rituale da compiere, ognuno di noi da qualcosa a questi giri, ognuno con le proprie peculiaritá, i punti forti e le sue debolezze, ed i racconti di una terra lontana al di lá del mare, erano il punto forte di questo nostro amico di viaggio. Non importa l’argomento di fondo, come per magia, c’era sempre un cassetto segreto a cui attingere qualche aneddoto pertinente, qualche storia che in un modo spesso stravagante richiamasse la nostra avventura del momento e che per i sui contenuti grotteschi e pardossali finisce sempre con il farci ridere a crepapelle. (Un giorno di quest dovró convincerlo a farne una raccolta e mi impegno a farla pubblicare, del resto ho gia il titolo: Storie Bolude: 50 anni della storia del motore, di sicuro ci faremo ricchi). Finito il pranzo , il giro non era ancora terminato, anzi mancava la parte piú dura, perché partendo da Rascafria ci si incominciava a inerpicare serimanete verso il Monastero del Paular. Passando per Las Prensillas, el Puerto De Cotos ed arrivando in fine al porto di Montagna di Navecerrada a 1858 m. La seconda parte del percorso é stato caratterizzato da un freddo costante e dalla neve ai fianchi della strada, cose che peró non hanno impedito minimamente l’arrivo alla cima a 1858 m di altezza. Neanche per un momento i nostri veicoli hanno esistato in questa arrampicata che in totale ci ha fatto percorrere 150 km in circa 8 ore. Per cui senza nessun tipo di problema tecnico i veicoli italiani hanno superato brillantemente questo percorso totalemente spagnolo tra saliscendi, curve e una natura spettacolare.